Uno stile di vita.

Uno stile di vita.

giovedì 20 gennaio 2011

Hallelujah

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E' quasi passato un anno.
Mi ricordo, erano le 9 quando tirai fuori dal garage la macchina di papà perché lui era (ovviamente) in ritardo. 
La coda era interminabile, ma arrivai comunque in orario alla Stazione. Vidi un sacco di gente, vestita con un giubbotto pesante simile al mio. Ritirai la mia cartellina, il pass di riconoscimento. Aspettai E., intanto cercavo un viso familiare, uno sguardo amico.
E. arrivò dopo un po' e con lei tutti i miei compagni di viaggio che, anche se avevo visto in precedenza, non li conoscevo così bene ma mi ero ripromessa di cercare di socializzare bene o male con tutti. Alle 14 quel treno partì e il viaggio durò 25 lunghissime ore, non ci rendevamo ancora conto di cosa avremmo visto veramente. 
Mi ricordo benissimo la sera, stavamo per abbandonare i confini italiani e io iniziai a mandare sms a tutti i miei amici, perché mi mancavano già un sacco. Tutti mi auguravano buon viaggio, tutti che mi mandavano baci e abbracci mentre io ero con 4 sconosciuti e mezzo in una cuccetta di un treno. Decisi di parlare con dei ragazzi del mio gruppo. Per una volta non mi offesi per una battutina di pseudo apprezzamento maschile nei confronti di un essere femminile (me) che mi fece P. Tutto perché aveva bevuto troppo, e gli ubriachi mi stanno simpatici. Arrivarono poi tutti gli altri..eravamo in 15 in una cuccetta per 6 persone se non erro. Lì parlai per la prima volta con S. e ricordo ancora come una stupida che mi disse:"sai, sei proprio simpatica! A. me lo aveva detto che eri una persona eccezionale!". Parole poi smentite in seguito e, personalmente non me ne fotte più nulla. Ma abbandoniamo questo excursus inutile. 
La mattina mi svegliai ancora su quel treno, eravamo circondati da un deserto bianco di neve. Nel mio cuore iniziavo a sentire una desolazione assurda e un freddo da pelle d'oca. 
Arrivammo a Cracovia nel pomeriggio e decisi di non pensare troppo e la sera accettai addirittura di andare a "ballare" in un locale. 
Il giorno dopo visitammo un museo dove c'era una mostra permanente, "Los desastres de la guerra" di Goya. L'avevo già vista a Torino ma rivederla fu un'emozione. Il pomeriggio passò lento e la sera fu quasi un calvario, non volevamo andare a dormire, avevamo paura del giorno dopo. 
Tuttavia il giorno arrivò. 
Il pullman arrivò verso le8. Faceva freddissimo ed era nuvoloso. Durante il viaggio ascoltai delle canzoni che mi aveva passato A. prima del viaggio, il regalo più grande che potesse farmi. 
Varcammo quel cancello, proprio quello dove campeggia la scritta "Arbeit macht frei", una scossa mi passò lungo la schiena, non riuscivo a muovermi e a camminare. Mi trascinai il lungo sentiero.
 Volevo piangere, ma non riuscivo. 
Quando vidi quella teca con quei vestitini, bavaglini e scarpettine sentii urlare il mio cuore, vidi me stessa attraverso uno specchio. Ero sola. Non potevo parlare con nessuno. Soltanto incrociare gli sguardi con le altre persone mi faceva sentire viva. Varcare le soglie di Birkenau, nel pomeriggio, fu desolante. Una distesa enorme e deserta circondata da filo spinato. Mi sentivo già meglio però e decisi di immortalare tutto con la mia videocamera per non dimenticare ogni singolo istante e per poter gridare a tutti cosa vidi quel giorno.
Ricordo quel giorno, come uno dei più faticosi della mia vita. Tuttavia lo considero uno dei migliori della mia vita. Non mi sentivo diversa, la notte nessun incubo(solo un po' di fatica ad addormentarmi), volevo solo vivere
Il viaggio di ritorno è stata una lunga riflessione, un limbo. Oltre la stanchezza, avevamo occhi diversi e sentimenti diversi. Volenti o non, eravamo e siamo uniti da un fil rouge che non si spaccherà mai.
Quando ci incontreremo, tra 10,20,30 anni il nostro pensiero sarà sempre .


UN M I L I O N E DI VITE UMANE.

Anche se ci lamentiamo dei nostri insuccessi scolastici/lavorativi, sentimentali etc, la nostra vita è meravigliosa. Io la penso così, non è sempre facile, ma cercate di farlo anche voi, per voi e per tutti coloro che vi stanno attorno.